
martedì 27 gennaio 2015
NON AMO LA PROSA COMUNE: L' Hecyra
All’inizio, la Suocera, una commedia scritta da Terenzio, non ebbe un immediato successo ma poi l’attore più popolare dell’epoca riuscì a rendere l’opera un vero successo. Panfilo è perdutamente innamorato di Bacchide, una cortigiana ma i suoi genitori, Lachete e Sostrata lo costringono a sposare Filumena, figlia di Fidippo e Mirrina. Panfilo e Filumena vanno a vivere con I suoi genitori. Mentre Panfilo e Lachete sono assenti da casa, Filumena lascia la casa della suocera e torna da sua madre. Panfilo torna e apprende che Filumena è andata via. Così accusa sua madre di aver costretto sua nuora ad andare via. Poi va da sua moglie e apprende che è incinta e che è stata violentata prima che lo sposasse. Panfilo non vuole più convivere con sua moglie. I due padri, Lachete e Fidippo pensano che egli ami ancora Bacchide. Così convincono Bacchide a riconciliare gli sposi. A casa di Filumena, Mirrina si accorge che Bacchide indossa l'anello che sua figlia indossava prima che fosse violentata. Bacchide rivela che il suo anello è un regalo da parte di Panfilo. Il bambino è quindi figlio di Panfilo e Filumena. Gli sposi possono finalmente tornare a stare insieme. L'opera si conclude con un felice incontro tra Bacchide e Panfilo.

giovedì 8 gennaio 2015
"Ode alla gelosia"A mia appari uguali a li dèi
cu’ a tia vicinu daccussì aurusu
sonu ascuta mentri tu parri
e ridi cu ducizza. Nta lu pettu
subitu mi s’agita lu cori
appena sulu ca ti vardu, e la vuci
si ritira nta la lingua ca si fa muta.
'N focu smèusu mi curri sutta peddi
e haiu scuru nta l’occhi e lu ribummu
di lu sangu nta l’aricchi.
E tutta ‘n suduri e trèmula,
comu erva patuta sculuru:
e morti non mi pari luntana
a mia rapita di menti.
( Saffo, traduzione di Alessio Patti)
Ho voluto mettere questa poesia tradotta in siciliano non solo perché amo molto le poesie di Saffo ma anche perché è una terra che ho molto a cuore.Devo fare una breve introduzione. Come sapete, Saffo è una poetessa greca vissuta 2.500 anni fa. La poetessa è famosa ,oltre che per le sue poesie, anche per l'istituzione di una scuola a Lesbo dedicata alla dea Afrodite, il Tiaso. Nella sua scuola la poetessa preparava giovani fanciulle al matrimonio e con molte di queste fanciulle instaurava legami di natura amorosa. Una volta pronte al matrimonio le fanciulle lasciavano il Tiaso e per Saffo dover dire addio ad alcune di loro era una sofferenza.
Questa poesia si apre, quindi, proprio con uno di quei momenti di addio, sancito dall'incontro di una delle fanciulle con il suo promesso sposo. L'uomo non è emozionato per l'incontro con la fanciulla, ma rimane imperturbabile come un dio mentre la sente parlare e ridere dolcemente. L'uomo assume un atteggiamento totalmente opposto a Saffo che, invece, soffre vedendo la sua amata rivolgere sorrisi e parole dolci a un altro. Al sol vederla rivolgersi così ad un altro Saffo sente, infatti, il cuore che le balza dal petto. Ma questo è solo uno dei primissimi sintomi della gelosia che , poco dopo, la invaderà totalmente. Subito , infatti, sente di non avere più la voce e la lingua le si inceppa fra i denti. Ma, nello stesso istante avverte un fuoco sottile che le scorre sotto la pelle, con gli occhi non vede più nulla, tanto le è insopportabile quella scena e sente solo il rombo del sangue nelle orecchie. La gelosia come una malattia la fa tremare: inizia a sudare freddo, impallidisce come erba che scolora e la morte non le sembra lontana ora che sente di aver perso la ragione, ora che si sente rapita di mente.
cu’ a tia vicinu daccussì aurusu
sonu ascuta mentri tu parri
e ridi cu ducizza. Nta lu pettu
subitu mi s’agita lu cori
appena sulu ca ti vardu, e la vuci
si ritira nta la lingua ca si fa muta.
'N focu smèusu mi curri sutta peddi
e haiu scuru nta l’occhi e lu ribummu
di lu sangu nta l’aricchi.
E tutta ‘n suduri e trèmula,
comu erva patuta sculuru:
e morti non mi pari luntana
a mia rapita di menti.
( Saffo, traduzione di Alessio Patti)
Ho voluto mettere questa poesia tradotta in siciliano non solo perché amo molto le poesie di Saffo ma anche perché è una terra che ho molto a cuore.Devo fare una breve introduzione. Come sapete, Saffo è una poetessa greca vissuta 2.500 anni fa. La poetessa è famosa ,oltre che per le sue poesie, anche per l'istituzione di una scuola a Lesbo dedicata alla dea Afrodite, il Tiaso. Nella sua scuola la poetessa preparava giovani fanciulle al matrimonio e con molte di queste fanciulle instaurava legami di natura amorosa. Una volta pronte al matrimonio le fanciulle lasciavano il Tiaso e per Saffo dover dire addio ad alcune di loro era una sofferenza.
Questa poesia si apre, quindi, proprio con uno di quei momenti di addio, sancito dall'incontro di una delle fanciulle con il suo promesso sposo. L'uomo non è emozionato per l'incontro con la fanciulla, ma rimane imperturbabile come un dio mentre la sente parlare e ridere dolcemente. L'uomo assume un atteggiamento totalmente opposto a Saffo che, invece, soffre vedendo la sua amata rivolgere sorrisi e parole dolci a un altro. Al sol vederla rivolgersi così ad un altro Saffo sente, infatti, il cuore che le balza dal petto. Ma questo è solo uno dei primissimi sintomi della gelosia che , poco dopo, la invaderà totalmente. Subito , infatti, sente di non avere più la voce e la lingua le si inceppa fra i denti. Ma, nello stesso istante avverte un fuoco sottile che le scorre sotto la pelle, con gli occhi non vede più nulla, tanto le è insopportabile quella scena e sente solo il rombo del sangue nelle orecchie. La gelosia come una malattia la fa tremare: inizia a sudare freddo, impallidisce come erba che scolora e la morte non le sembra lontana ora che sente di aver perso la ragione, ora che si sente rapita di mente.
Iscriviti a:
Post (Atom)