martedì 9 giugno 2015

Candele
  Costantinos Kavafis
La poesia Candele di Costantinos Kavafis è una poesia che come altre che ho precedentemente proposto ci offre l'occasione di riflettere sul senso della vita. Questa celebre poesia si apre con la descrizione di una fila di candele che stanno davanti a noi e hanno un aspetto rassicurante, sono infatti accese, dorate, calde e vivide. La fila di candele è però un simbolo con il quale il poeta vuole indicare i giorni. Le candele dorate, le stesse che noi tutti abbiamo visto su una torta in occasione del nostro compleanno, indicano i giorni futuri, pieni di speranze, di sogni. Nella seconda strofa l'atmosfera cambia: il poeta ci descrive, infatti, un'altra fila di candele, stavolta, fredde, disfatte e storte, dall'aspetto tutt'altro che rassicurate,di cui alcune fumano ancora perché si sono spente da poco. Queste candele indicano ,invece, i giorni passati. I giorni del futuro, candele accese, calde e vivide sono promessa di gioia e speranza e , per questo, il poeta "non vede l'ora" di viverli. I giorni del passato, invece, non suscitano interesse(perché sono già finiti) e , agli occhi del poeta, non solo perdono di importanza ma anche e ,soprattutto, bellezza: non a caso, i giorni del passato sono definiti "penosa riga di candele spente ,disfatte e storte".
Nella terza strofa, "non le voglio vedere"(riferito alle candele spente) è la presa di posizione del poeta rispetto all'inevitabile corso della vita. Il poeta, infatti, rifiuta, con decisione, di guardare al passato , e forse, non solo perché il ricordo dei giorni passati lo rattrista. Il poeta, infatti, si rende conto che è sbagliato guardare indietro a quella "penosa riga di candele spente" destinata inevitabilmente ad allungarsi; è sbagliato perché la vita procede solamente in un'unica direzione: quella del futuro. Nonostante l'attimo di coraggio, il poeta, tuttavia, non può fare a meno di farsi tradire da una certa paura per il futuro( come si evince dall'ultima strofa): quella di veder crescere, istante per istante, la "tenebrosa riga".

Nessun commento:

Posta un commento