IL VALORE DELL'AMICIZIA

XXXVIII
Malest, Cornifici, tuo Catullo,
malest, me hercule, et laboriose,
et magis magis in dies et horas.
Quem tu – quod minimum facillimumque est qua solatus es allocutione?
Irascor tibi. Sic meos amores?
Paulum quid lubet allocutionis,
maestius lacrimis Simonideis.
malest, me hercule, et laboriose,
et magis magis in dies et horas.
Quem tu – quod minimum facillimumque est qua solatus es allocutione?
Irascor tibi. Sic meos amores?
Paulum quid lubet allocutionis,
maestius lacrimis Simonideis.
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sta male, mio Dio, e peggiora;
ogni giorno, ogni ora che passa.
E tu nemmeno una parola di conforto, che è una cosa da nulla, che non costa!
Sono in collera con tè. È così che
mi vuoi bene? Una minima parola basterebbe,
purchè più mesta di un mesto verso di Simonide
Innanzitutto ti ringrazio per la dedica, fa sempre piacere sapere che la frase di una persona, la sua vicinanza o come in questo caso la malattia, abbia ispirato pensieri tali da meritarne il riconoscimento. In merito all'amicizia c'è una frase che mi è sempre piaciuta e che visto il tema del post (amicizia) penso possa essere azzeccata. Come dici tu, lascio il giudizio a voi ...
RispondiEliminaI veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente
fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;
sempre liberi di separarsi,
senza separarsi mai.
A. Bougeard