Il ragazzo ombra (Costanza Vecchione)
C’era una volta una bambina di nome Silvia. Giocava con gli
altri bambini in giardino tra l’erba e i fiori. Mentre giocava vide un’ombra. Non
le sembrò la sua anche se era piccola. Sembrava l’ombra di un bambino.
Ci giocava con quest’ombra un po’ particolare. Ma non la
voleva mostrare a nessuno. Se ne vergognava ma quando era da sola se ne sentiva
orgogliosa: era una particolarità unica.
Alle volte ballava con la sua ombra: sembrava avesse un
cavaliere ma non lo aveva. O ancora quando si sentiva triste e vedeva quella
strana ombra si rincuorava e sentiva in cuor suo di volerle un gran bene.
Una volta divenuta ragazza quest’ombra la proteggeva da ogni
tipo di delusione: compresi i giudizi negativi.
Silvia, infatti, aveva un’anima delicata e nobile ma molto
fragile e quell’ombra era come un ragazzo che la proteggeva sempre.
Un giorno, però, Silvia si recò al centro commerciale. Sentì
una mano che le accarezzava i capelli bruni. Si girò d’improvviso per vedere
chi l’aveva salutata ma notò solo la sua ombra: era un’ombra di ragazza.
Si allarmò: non c’era più il suo ragazzo ombra. Nessuno più
l’avrebbe protetta. Stava per piangere ma non fece in tempo che vide tra i
tanti volti del centro commerciale un ragazzo e lo riconobbe.
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