mercoledì 31 dicembre 2014

C'è Chi
C'è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E' tutto in ordine dentro e attorno a lui,
Per ogni cosa ha metodi e risposte.
E' lesto a indovinare il chi il come
 e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più,
perché dietro quell'attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.
A volte un po' lo invidio          
- per fortuna mi passa.
(Wislawa Szymborska)

Nella poesia "C'è chi" Szymborska descrive tutte quelle persone che sono sicure delle proprie scelte e del loro modo di vivere la vita. Sono persone radicate nelle loro convinzioni, persone che preferiscono convinzioni non per forza derivate da un' esperienza di vita personale ma ritenute valide a priori(magari perché affermate dagli altri) all'incertezza di verità sconosciute ancora da appurare, persone che, per non far crollare le loro certezze, non riflettono neanche un minuto in più del necessario, perché se ci pensassero un minuto di più potrebbero dubitare di qualcosa.
Perciò sono metodiche nel vivere la vita e sembra quasi alla poetessa che la vivano come un lavoro che deve essere svolto al meglio senza intoppi (i dubbi). Questo lo si nota in alcune espressioni della poesia come : "realizza la sua vita", "è tutto in ordine dentro e attorno al lui", "appone il timbro a verità assolute" e casi più eclatanti come " getta i fatti superflui nel tritadocumenti,/e le persone ignote /dentro appositi schedari.". E ancora,  "E quando è licenziato dalla vita,/lascia la postazione/dalla porta prescritta. A me questa poesia fa pensare a un altro capolavoro letterario: "La coscienza di Zeno". Nel passo in cui Zeno descrive sua moglie la descrive come una donna senza dubbi e con delle certezze assolute. Zeno osservandola crede di essere malato, di avere qualcosa che non va perché a differenza di sua moglie ha dubbi. Poi "guarendo", anche grazie alla stesura del diario, consigliatagli dal dottor S., Zeno non ha più dubbi circa la sua vita e diventa così un grande uomo di affari. Ma non è veramente guarito perché smettendo di dubitare ha perso anche il suo pensiero critico. Nella poesia è questa l'idea guida: la poetessa ammette di invidiare chi ha mille certezze perché vivendo una vita dove si evita il dubbio si hanno meno difficoltà, meno scrupoli. Ma, poi, l'invidia le passa perché sa di vivere la vita veramente e consapevolmente in quanto ha spirito critico.

martedì 30 dicembre 2014

CHI SONO?
Il saltimbanco dell'anima mia

 Nella poesia di Aldo Palazzeschi, il poeta si pone una domanda esistenziale: Chi sono?
 Questa poesia come altre di Palazzeschi ha toni allegri e crea un'atmosfera di gioco che nasconde il tema profondo della propria identità, la conoscenza profonda di se stessi, da non confondere con l'apparenza, il modo in cui ci vedono gli altri. Non a caso, all'inizio, alla domanda Chi sono? Palazzeschi non risponde un poeta, perché questo è il modo in cui lo vedono le altre persone, i suoi lettori. Egli, infatti, non si sente un poeta nel profondo dell'anima perché è capace di creare solo versi allegri, pieni di onomatopee, versi tanto originali da sembrare folli. Per questo l'unica parola scritta dalla sua penna è "follia". Poi si domanda se è un "pittore"ma non intende il mestiere del pittore in sé e per sé perché gli interessa più che altro  capire se il suo animo ha tante sfaccettature come l'animo di un pittore pieno di  tante emozioni messe sulla tela attraverso i colori.
Ma egli non può essere neanche un  pittore perché non c'è che un colore nella "tavolozza della sua anima":probabilmente il grigio della malinconia. Nella penultima domanda egli si chiede se è un musico ma come nel caso del pittore si chiede in realtà se attraverso le note egli potrebbe riuscire a esprimere la sua anima. Ma, neanche in questo mestiere egli ritrova se stesso perché non c'è che una nota nella sua anima: " nostalgia". Allora chi è Palazzeschi?Egli infine decide di svelare a tutti ciò che sente di essere e per questo mette una lente di ingrandimento sul cuore, perché tutti possano guardare, possano capire che egli è un saltimbanco, un giocoliere che con il suo mestiere così allegro, con i suoi abiti colorati fa uscire la parte folle della sua anima e cela la malinconia e la nostalgia che solo un occhio attento può cogliere.

mercoledì 24 dicembre 2014


Sul bianco della brina a lenti fiocchi


Sul bianco della brina a lenti fiocchi
si perde un po' di neve silenziosa;
tu avevi un'ombra nera dentro gli occhi,
ogni giorno ti toglieva qualcosa...
Fa così freddo, ti copro i ginocchi,
tu segui la tua ombra misteriosa,
quella farfalla nera, viva e greve,
non l'hai neanche guardata, quella neve.
(Patrizia Valduga)

In questa breve poesia  Patrizia Valduga  descrive un giorno freddo, in cui nevica. La neve scende lenta, dolcemente. E' il tipico paesaggio invernale: tutto coperto dal candore della neve. Ma alla purezza e al bianco della neve dopo poco due versi viene contrapposta "l'ombra nera dentro gli occhi" del padre della poetessa, l'ombra scura della malattia che ogni giorno gli toglie quei piccoli piaceri quotidiani come il vedere scendere la neve lentamente. Della neve infatti non riesce a percepire l'atmosfera magica  e dell' inverno riesce a percepire solo il freddo che porta con sé. Lo scendere della neve non cattura neanche un attimo il suo sguardo, egli non riesce a guardare altro  che quella "farfalla nera viva e greve"

lunedì 22 dicembre 2014

 William Shakespeare  


Mi piacciono tantissimo questi tre sonetti di William Shakespeare non solo perché sono bellissimi ma perché mi piace anche come sono recitati.



"Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo
e più alto della regale maestà delle piramidi
che né la pioggia che corrode, né il vento impetuoso
potrà abbattere né l’interminabile corso degli anni e la fuga del tempo.
Non morirò del tutto, anzi una gran parte di me
eviterà la morte" (Orazio)

I versi del poeta latino Orazio anticipano nel tema i versi del diciottesimo sonetto di Shakespeare. La novità ,però, è che il poeta non vuole essere ricordato ma vuole ,invece, che venga ricordato il suo amato. Il suo amato" più mite di un giorno estivo" non verrà ,così, dimenticato e la morte "non potrà vantarsi del suo vagare nella sua ombra" perché la sua sarà una eterna giovanezza. E finché ci saranno occhi per vedere questi versi vivranno e lo manterranno in vita.




Nel secondo sonetto che propongo alla vostra attenzione si parla del destino. Alcuni uomini ,secondo Shakespeare, hanno un destino favorevole che rende ,a loro, più facile la conquista di magnifici titoli dei quali potersi vantare. Questi uomini sono i favoriti dei principi che ,per ottenere la benevolenza del loro sovrano, fanno di tutto e soddisfano ogni sua richiesta in modo arrendevole. Infatti essi non possono opporsi al volere del Re "come la calendula che schiude i suoi petali con i raggi del sole". Il poeta confronta il proprio destino con il loro e capisce che seppur non gode della loro stessa fama, il che un poco lo rattrista, gode almeno di ciò che gli piace fare(la poesia). Poi ,però, pensa al guerriero che, sconfitto una sola volta dopo mille vittorie, viene "cancellato dal libro dell'onore" e viene dimenticata anche ogni sua altra valorosa impresa. Pensando a questo infelice destino allora il poeta si sente felice, perché anche se ciò che gli piace fare non lo rende famoso, sa che amerà per sempre dedicarvisi e che sarà anche ricambiato per sempre dall'arte della poesia e non verrà dimenticato.



" Il mio occhio
si è fatto pittore
e ha fissato i tratti della tua bellezza
nel quadro del mio cuore ".

Sono versi stupendi, questi versi di Shakespeare. Sembra davvero che dipinga, il poeta. In realtà, sta solo osservando i lineamenti belli dell'amato e li sta custodendo nel suo cuore. E l'immagine che sta tracciando con estrema accuratezza dell'amato rimarrà sempre dentro di lui come un quadro nella sua cornice. Ma, come in ogni storia d'amore, non è solo l'amato a beneficiare dell'amore di Shakespeare ma è anche il poeta a beneficiare dell' amore che riceve. Infatti, come gli occhi di Shakespeare rendono omaggio all'amato "dipingendolo", gli occhi dell'amato fanno entrare nel cuore del poeta la luce e la gioia del sentimento d'amore. Infine, nonostante il poeta, con i propri occhi, abbia tracciato un'immagine perfetta dell'amato si rende conto che non gli ha reso pienamente giustizia, perché in questo quadro fatto solo con gli occhi non è riuscito a ritrarre la bellezza "in più", quella che solo Shakespeare può vedere in quanto è innamorato.

sabato 20 dicembre 2014


"L'IMPORTANZA DEL PORCOSPINO"
A pian terreno
Scoprimmo che al porcospino
piaceva il ragù.
Veniva a notte alta, lasciavamo
il piatto a terra in cucina.
Teneva i figli infruscati
vicini al muro del garage.
Erano molto piccoli gomitoli.
Che fossero poi tanti
il guardia, sempre alticcio, non n'era sicuro.
Più tardi il riccio fu visto nell'orto dei carabinieri.
Non c'eravamo accorti
di un buco tra i rampicanti. ( Eugenio Montale)



Ho deciso di dedicare un post al porcospino perché è un animale apparentemente forte per via degli aculei che lo ricoprono ma in realtà è fragile, forse, per questo motivo è stato usato da molti grandi poeti, scrittori e pensatori come metafora per descrivere qualcos'altro. A me ha colpito molto sia la poesia " A pian Terreno" di Montale, sia la metafora di Schopehauer.


L'AMORE
Secondo Schopenhauer , il mondo è governato dalla volontà di vivere . L'unico scopo della volontà di vivere è la volontà di vivere stessa. Miliardi di esseri viventi vivono solo per vivere e per continuare a vivere . A questo scopo , la volontà di vivere spinge gli esseri viventi alla procreazione per mezzo dell'amore . L'amore è uno dei più forti stimoli della vita, ma il suo fine ultimo è l'accoppiamento . Un classico esempio è la Mantide femmina che divora il maschio dopo l'accoppiamento . Se l'amore si risolve nell'accoppiamento, allora, quando un uomo pensa di realizzarsi , in realtà , è lo " zimbello " della natura . L'amore genera sofferenza per tre motivi : man mano che due persone si conoscono e iniziano ad amarsi , si feriscono a vicenda , perché le sofferenze dell'uno rattristano anche l'altro . Questo è dimostrato dal dilemma del porcospino. Se due porcospini si avvicinano l'un l'altro , si feriscono a vicenda . Tuttavia, i due porcospini hanno bisogno di stare insieme per essere felici . Inoltre , l'amore è responsabile di uno dei più grandi delitti , la nascita di esseri viventi destinati a soffrire . A volte gli uomini soffrono di mal d'amore e il mal d'amore spinge gli uomini a fare qualsiasi cosa per avere una fidanzata . Un esempio è Petrarca che , per amore di Laura , ha scritto un canzoniere .

LOVE

According to Schopenhauer, the world is controlled by the will to live. The sole purpose of the will to live is the will to live itself. Billions of living beings live just to live and to continue to live. For this purpose, the will to live drives living beings to procreation by means of love. Love is one of the most powerful stimuli of life but its ultimate aim is mating. A classic example is the female Mantis that devours the male after mating. If love ends in mating, then, when a man thinks that he fulfils himself, in reality, he is the “laughing-stock” of nature. Love begets suffering for three reasons: as two persons know each other and begin to love each other, they wound each other because the sufferings of the one sadden the other as well. This is proved by the dilemma of porcupine. If two porcupines approach each other, they hurt each other. However, the two porcupines need to be together to be happy. Moreover, love is responsible for one of the greatest crimes, the birth of living beings destined to suffer. Sometimes men are lovesick and lovesickness spurs men to do anything to have a girlfriend. An example is Petrarch who, for the love of Laura, wrote a sonnet sequence.



venerdì 19 dicembre 2014

"La Regina" 

E' forse la poesia più bella che fino ad ora ho letto di Neruda:"Io ti ho nominato Regina". Il primo verso dà l'impressione di una vera e propria proclamazione ma se si presta una maggiore attenzione si capisce che non è un' investitura ufficiale e lo si comprende da quell'"Io" iniziale. In un' investitura ufficiale infatti si usa dire "Ti proclamo Regina". Quell'io è la chiave di tutta la poesia, la  svolta, la novità arriva all'inizio. L'"Io" difatti suggerisce un'altra cosa: la persona che sta proclamando questa Regina è comune, un Re non direbbe mai "Io", una parola tanto comune. Questa donna non è diventata Regina né per il fatto che possiede una rara bellezza, né perché è pura. Quando passa per le strade nessuno la riconosce, nessuno vede la corona di cristallo che indossa, nessuno vede il tappeto d'oro-rosso che calpesta quando passa. Non è come l'incantevole Beatrice di Dante che al suo passaggio migliora il mondo, per cui nessuno può fare a meno di notarla. La donna che ci viene presentata è comune, per tutti coloro che la incontrano è una delle tante che passa inosservata ma, per me, è una moderna donna-angelo perché anche lei migliora l'uomo, un singolo uomo: il suo amato. Beatrice infatti se ben ricordate elevava con i suoi movimenti aggraziati ogni uomo che si innamorava di lei. L'amore per gli stilnovisti era un sentimento che elevava socialmente l'uomo, lo nobilitava e inaugurava la nuova classe sociale: la borghesia. I borghesi erano i nuovi nobili "nobilitati" dal sentimento d'amore. Questa Regina non ha lo stesso ruolo sociale di Beatrice, ciò è dovuto anche al fatto che non è più necessario il ruolo sociale della donna, ma, come ci dimostra Neruda ciò non vuol dire che la figura femminile ha smesso di migliorare l'uomo. Lo migliora comunque seppur in modo più privato:infatti sono solo "i fiumi del corpo"dell'amato a beneficiare della sua Regina.

NON AMO LA PROSA COMUNE :
THE GREAT GATSBY
The story is set in West Egg a place invented by the author and takes place in the summer.
The protagonist Nick moved to seek work in the world of finance in a house on the shore of Long Island. On the other side his cousin Daisy lives with her husband Tom in a huge villa illuminated by green light of a lighthouse .Shortly after Nick discovers that Tom has a mistress , Myrtle , she married George Wilson, a mechanic.One night Nick is asked by his mysterious neighbor, Gatsby , in one of the many festivals organized every week in his palatial villa.The two become a friendship that will become deeper and deeper , until Nick take Gatsby to reveal the truth about his past and to confess his feelings for Daisy.In fact, five years before he could not marry Daisy because she came from a prominent family when he was just a soldier. So from that time he sought in every way to make money and eventually became a great businessman .With the help of Nick , the two manage to get closer , but Tom does not accept the abandonment of his wife.Gatsby 's dreams crashing when Daisy , at the wheel of his car, accidentally kills Myrtle . Gatsby takes the blame for the love of Daisy and suffered the vengeance of the husband of Myrtle , who shoots him a mortal blow and then kills himself. Daisy part with her husband and no one attends the funeral of Gatsby causing outrage Nick , however, was aware of the truth. Nick realizes that Gatsby embodies the most instinctive purity of human nature.The greatness of Gatsby is the huge hope ( symbolized by light green) to realize his dream incorruptible called Daisy.Gatsby is a character doomed to defeat , it seems inappropriate to narrow the world around him. 


NON AMO LA PROSA COMUNE :
IL GRANDE GATSBY
La storia è ambientata a West Egg un luogo inventato dall’autore e si svolge d’estate.
Il protagonista Nick si trasferisce per cercare lavoro nel mondo della finanza in una casa sulle sponda di Long Island. Sull’altra sponda vive sua cugina Daisy con il marito Tom in una enorme villa illuminata dalla luce verde di un faro. Poco dopo Nick scopre che Tom ha un’amante ,Myrtle, sposata con George Wilson, un meccanico.Una sera Nick viene invitato dal suo misterioso vicino di casa, Gatsby, a una delle molte feste organizzate tutte le settimane nella sua suntuosa villa.
Tra i due nasce un rapporto di amicizia che diventerà sempre più profondo, fino a portare Gatsby a rivelare a Nick la verità sul suo passato e a confessargli  i suoi sentimenti per Daisy.
Infatti cinque anni prima non era riuscito a sposare Daisy perché lei proveniva da una famiglia altolocata mentre lui era solo un semplice soldato. Così da quel momento aveva cercato in tutti i modi di arricchirsi e alla fine era diventato un grande uomo d’affari.Grazie all’aiuto di Nick, i due riescono a riavvicinarsi, ma Tom non accetta l’abbandono della moglie.I sogni di Gatsby si infrangono quando Daisy, al volante della sua auto, uccide accidentalmente Myrtle.Gatsby si prende la colpa per amore di Daisy e subisce la vendetta del marito di Myrtle, che gli spara un colpo mortale e poi si uccide egli stesso.Daisy parte col marito e nessuno partecipa al funerale di Gatsby  provocando  indignazione in Nick che invece era al corrente della verità. Nick capisce che Gatsby incarna la più istintiva purezza della natura umana. La grandezza di Gatsby risiede nell’enorme speranza (simboleggiata dal faro verde) di realizzare il suo sogno incorruttibile chiamato Daisy. Gatsby è un personaggio destinato alla sconfitta, appare inadeguato al gretto mondo che lo circonda.

"E mentre sedevo là a riflettere sul vecchio mondo sconosciuto, pensai alla meraviglia di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde sul molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per arrivare a questo prato azzurro, e il suo sogno gli doveva essere sembrato così vicino da non potergli più sfuggire. Non sapeva che l'aveva già alle spalle, da qualche parte nella vasta oscurità oltre la città, dove i campi bui della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina... Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato."

giovedì 18 dicembre 2014

INTRODUZIONE : 
"NON AMO LA PROSA COMUNE"
Ho pensato che in un blog come si deve ci devono essere delle rubriche interessanti. Inoltre non esistono solo poesie poco conosciute e poco trattate ma anche racconti brevi di scrittori famosi che non vengono a volte citati dai professori in classe, per mancanza di tempo o perché è necessario dare risalto ad opere maggiori ,per questo vi presento la rubrica NON AMO LA PROSA COMUNE, il primo racconto l'ho fatto raccontare a mia sorella Maria Vittoria che ci teneva molto: "IL COMPAGNO SEGRETO" di Joseph Conrad. La rubrica sarà mensile e siccome a ottobre non ho pubblicato nessun post di questa rubrica questo mese ne usciranno due ...Buona Lettura e Buon Natale

"IL COMPAGNO SEGRETO"
trama e commento
A un giovane(di cui non conosciamo il nome) viene affidato un compito di cui non crede di essere all'altezza: comandare una nave; essere capitano. Una notte, la sensazione di estraneità che prova verso la nave, gli ufficiali e il suo stesso ruolo di capitano lo spinge a sostituirsi agli ufficiali nei turni di guardia notturni.Sono queste righe del breve capolavoro di Joseph Conrad che descrivono la "svolta" nella vita del giovane capitano: l'incontro inaspettato di un uomo aggrappato alla scaletta di corda della nave. 

E' Leggatt, comandante in seconda della nave Sephora, costretto ad abbandonarla per aver ucciso un uomo in un momento di rabbia e per questo fuggiasco. Il capitano prova, tuttavia, un'istintiva fiducia nei confronti di Leggatt che lo spinge prima a soccorrerlo e, dopo aver ascoltato la sua storia, anche a nasconderlo per proteggerlo dagli altri e dalla giustizia. Mr. Leggatt dovrà quindi alloggiare nella cabina del giovane comandante per non essere scoperto. A questo punto il capitano e Mr. Leggatt iniziano a conoscersi e arrivano a identificarsi l'uno con l'altro: Leggatt diventa un po' "capitano" indossando il suo stesso pigiama e stazionando nella sua cabina, il comandante diventa un po' "colpevole" perché prende la decisione di aiutare ed essere complice di un fuggiasco omicida nascondendolo alla giustizia. Vivendo nella continua paura che gli ufficiali possano accorgersi della presenza di Leggatt nella nave, il capitano decide di aiutarlo a fuggire. Il giovane comandante mette ,tuttavia, a rischio la propria imbarcazione nel tentativo di passare il più vicino possibile alla costa di Koh-Ring(isola indonesiana) per far scappare,di notte, Leggatt. Leggatt riesce a fuggire ma la nave rischia di scontrarsi contro la roccia. Il capitano non sa che ordini dare quando scorge nel mare il cappello bianco che aveva regalato al suo amico fuggiasco, lasciatogli ora da quest'ultimo come segnale per riconoscere la rotta da seguire. Se all'inizio,quindi, il giovane capitano è intimorito e smarrito di fronte all'ampia distesa del mare, alla fine del viaggio, grazie all'aiuto del suo compagno segreto riesce a vincere la paura e l'insicurezza e a portare in salvo la nave. In questo lungo racconto il mare ha un forte valore simbolico. Il mare piatto, << senza sbavature, senza quell'animato luccichio che rivela l'invisibile tremore delle onde>> simboleggia l'inconscio inesplorato del protagonista che non conosce ancora la sua vera identità. All'inizio del racconto il giovane capitano è intimorito di fronte al mare anche se piatto perché non conosce fino in fondo se stesso:non conosce il suo inconscio(rappresentato da Leggatt).


Alla fine ,invece, grazie a Leggatt riesce a vedere quello che prima era <<l'invisibile tremore delle onde>>, a scoprire la parte più oscura della psiche e ad "essere se stesso". A questo punto è facile comprendere perché il giovane protagonista non ha nome: la sua vera identità non è quella di capitano. Egli infatti vede estraneo a se stesso il ruolo che deve ricoprire e tutto ciò che glielo ricorda:la nave e gli ufficiali stessi. Ed è per questo che Conrad vuole soffermarsi solo sugli stati d'animo del capitano e tralasciare invece quelli di Leggatt, perché quest'ultimo,nella mente dello scrittore, ha il solo scopo di mostrare al capitano la sua vera identità:oscura e misteriosa.

mercoledì 17 dicembre 2014

Elegy Written in a Country Churchyard”
“ Elegy Written in a Country Churchyard” was written by Thomas Gray on the occasion of the death of his close friend Richard West. “The Elegy” is an example of classical poetry for its perfection of style, dignity and solemn tone. However in his poem the poet anticipates Romanticism. The melancholy mood, contemplation of death and Gothic setting are elements of the poetry of the Romantics. It is a type of poem containing stanzas formed of four lines with alternate rhymes. This poem deals with the theme of death. All men are equal in the presence of death. According to the poet, seemingly untalented people could have achieved great things if they had been born in other circumstances. However it isn’t necessary for poor people to be ambitious and grandiose: Ambition and Grandeur are useless because “the paths of glory lead but to the grave”. All men are destined to die. I enjoyed this poem because the poet recognizes the worth and potential of poor people. However, unlike the poet, I think that ambition and grandeur are useful and spur men to be at their best and to improve their living conditions. This poem inspired Ugo Foscolo who wrote a solemn lyrical composition entitled “I Sepolcri”.


" Elegia scritta in un cimitero di campagna "

" Elegia scritta in un cimitero di campagna " è stata scritta da Thomas Gray in occasione della morte del suo amico intimo Richard West ." L' Elegia " è un esempio di poesia classica per la perfezione dello stile, la dignità e il tono solenne . Tuttavia nel suo poema il poeta anticipa il romanticismo . Lo stato d'animo malinconico , la contemplazione della morte e l'ambientazione gotica sono elementi della poesia dei romantici . E' un tipo di poema che contiene strofe formate da quattro versi con rima alternata . Questo poema tratta il tema della morte . Tutti gli uomini sono uguali davanti alla morte . Secondo il poeta , persone apparentemente prive di talento avrebbero potuto compiere grandi cose se fossero nate in altre circostanze . Tuttavia non è necessario per la povera gente essere ambiziosa e grandiosa : Ambizione e Grandezza sono inutili perché " i sentieri della gloria conducono al sepolcro" . Tutti gli uomini sono destinati a morire . Questo poema mi è piaciuto perché il poeta riconosce il valore e le potenzialità della povera gente. Tuttavia , a differenza del poeta , penso che l'ambizione e la grandezza siano utili e stimolino gli uomini a dare il meglio di sé e a migliorare le proprie condizioni di vita . Questo poema ha ispirato Ugo Foscolo che ha scritto un carme intitolato " I Sepolcri " .



giovedì 11 dicembre 2014

NATALE
Natale è il momento più magico dell'anno, il più atteso ed è anche il momento in cui si fanno più riflessioni. Nonostante ciò, mi ha colpito scoprire che molti poeti famosi come Ungaretti, Saba e Quasimodo hanno dedicato poesie al Natale. Per tutti e tre i poeti è un momento di profonda e accorata riflessione sulle tematiche che gli stanno più a cuore




Ungaretti scrive la poesia "Natale" il 26 dicembre del 1916 durante una pausa dalla guerra, nella quale si reca a Napoli a far visita ai suoi amici. Il poeta però non riesce a godere dell'atmosfera natalizia perché sa che poco dopo dovrà tornare in guerra. Non vuole quindi tuffarsi in un "gomitolo di strade" che gli fanno rammentare il caos delle trincee. E' stanco e preferisce essere lasciato a casa come "cosa posata in un angolo e dimenticata", un' immagine poetica con la quale il poeta vuole ricordare i corpi dei caduti in battaglia abbandonati nei campi. Cerca comunque di godere il momento e così contrappone due parole: il "qui" dove può sentire "il caldo buono" del focolare e il "là", sottinteso, delle trincee. Desidera dunque rimanere a casa a godere della pace,seppur momentanea, che gli donano le mura domestiche osservando le capriole di fumo che escono dal caminetto.




Quasimodo viene ugualmente ispirato dall'atmosfera natalizia, in particolar modo la sua sensibilità si concentra sul presepe, sui Re Magi che recano i loro doni al Bambino. I personaggi, in particolare Gesù, scolpiti nel legno sono in pace e si contrappongono agli esseri umani, che, nonostante la nascita di Cristo sia avvenuta 2000 anni fa, si fanno guerra l'un l'altro. E si domanda, infine, chi ascolta il pianto del bambino che morirà in croce fra due ladri.



Natale 
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristin eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

domenica 7 dicembre 2014

NON AMO LA POESIA COMUNE
Credo che sia giunto il momento di motivare la scelta del titolo  del mio blog  "Non amo la poesia comune"che, come si sa, è un noto verso di uno dei più celebri epigrammi di  Callimaco. Per me questi versi hanno un profondo significato e mi hanno portata a riflettere.  Appena l'ho letta, mi ha colpita per il modo in cui la natura umana viene esposta come una natura contraddittoria. Infatti il poeta che, prima si dimostra altezzoso affermando di non amare la poesia comune, le strade affollate, gli amanti goduti da tutti e ogni altra cosa divisa con tutte le altre persone,  si innamora infine della donna di un altro: Lisania, cedendo al fascino del "comune".

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Non amo la poesia comune e odio
la strada aperta a chiunque.
Odio un amante goduto da tutti
e non bevo a una pubblica fontana.
Odio ogni cosa divisa con altri.
Certo, Lisània è bello! Bello! E ancora
non l’ho detto che un eco già ripete:
<<E’ anche di un altro>>.

sabato 6 dicembre 2014

SONNET 2
This sonnet was written by William Shakespeare and was not published until 1609. It is a type of poem containing 14 lines with a formal pattern of rhymes : three quatrains and a final couplet rhyming abab, cdcd, efef and gg.
The second sonnet deals with the theme of the transience of beauty. The poet turns his attention to a “ fair youth” and urges him to conserve his beauty because it soon fades. However, the fair youth can preserve it by having children. So, when he has grown old, he will be able to prove his beauty with theirs.


« When forty winters shall besiege thy brow, And dig deep 
trenches in thy beauty's field,
Thy youth's proud livery, so gaz'd on now,
Will be a tatter'd weed, of small worth held;


Then being ask'd where all thy beauty lies,
Where all the treasure of thy lusty days,
To say, within thine own deep-sunken eyes,
Were an all-eating shame and thriftless praise.


How much more praise deserv'd thy beauty's use,
If thou could’st answer 'This fair child of mine
Shall sum my count, and make my old excuse,'
Proving his beauty by succession thine!


This were to be new made when thou art old, 
And see thy blood warm when thou feel'st it cold.»


TRADUZIONE 
Questo sonetto è stato scritto da William Shakespeare e non è stato pubblicato fino 1609. Si tratta di un poema contenente 14 versi con un modello formale di rime : tre quartine e un distico finale con rima abab , cdcd , efef e gg. Il secondo sonetto affronta il tema della transitorietà della bellezza . Il poeta rivolge la sua attenzione ad un "giovane bello" e lo invita a preservare la sua bellezza , perché  svanisce presto . Il giovane può, tuttavia, preservarla facendo figli .
Infatti , quando sarà ormai vecchio ,  potrà provare la bellezza di un tempo  con quella dei suoi figli.

Quando quaranta inverni avranno assediato la tua fronte e
 scavate profonde trincee nel campo della tua bellezza
la giovinezza che superbamente ti veste, ora tanto ammirata, sarà ritenuta cencio inutile.
Se ti si chiedesse allora dove sia tutta la tua bellezza,
dove tutto il tesoro dei tuoi giorni fiorenti, sarebbe
per te una vergogna annientatrice e una vana lode 
il rispondere: “ Entro i miei occhi infossati”. 
Quanta maggiore lode meriterebbe l'uso della tua bellezza,
se tu potessi rispondere “Questo mio bel fanciullo
salda il debito della mia vita e fa perdonare la mia vecchiaia”,
dimostrando che tua è la sua bellezza, trasmessa a lui per eredità. Sarebbe questo un ritornar giovane
quando tu fossi vecchio,
e vederti caldo il sangue quando te lo sentissi raffreddare.

mercoledì 3 dicembre 2014



GABBIANI
La poesia "gabbiani" come tutte le poesie brevi arriva immediatamente, lasciando l'animo di chi la legge meravigliato e scosso. A me piace particolarmente e la rileggo spesso per le immagini che i suoi versi regalano. Immagini quotidiane: i gabbiani che sono in perpetuo volo, che  sfiorano l'acqua in cerca di cibo sono immagini che comunicano leggerezza, immagini che si vedono facilmente in estate, sulle spiagge la mattina presto. Tuttavia, anche i gabbiani che con le loro ali prendono il volo e ci comunicano quel senso di libertà condividono, per il poeta, il destino umano: sono anche  loro costretti a vivere una vita frenetica. Ed è forse questo paragone che colpisce di più della poesia che  rende immagini tanto comuni inedite: animali così apparentemente liberi vivono una vita frenetica e come noi amano la quiete, cercano la quiete.