martedì 30 dicembre 2014

CHI SONO?
Il saltimbanco dell'anima mia

 Nella poesia di Aldo Palazzeschi, il poeta si pone una domanda esistenziale: Chi sono?
 Questa poesia come altre di Palazzeschi ha toni allegri e crea un'atmosfera di gioco che nasconde il tema profondo della propria identità, la conoscenza profonda di se stessi, da non confondere con l'apparenza, il modo in cui ci vedono gli altri. Non a caso, all'inizio, alla domanda Chi sono? Palazzeschi non risponde un poeta, perché questo è il modo in cui lo vedono le altre persone, i suoi lettori. Egli, infatti, non si sente un poeta nel profondo dell'anima perché è capace di creare solo versi allegri, pieni di onomatopee, versi tanto originali da sembrare folli. Per questo l'unica parola scritta dalla sua penna è "follia". Poi si domanda se è un "pittore"ma non intende il mestiere del pittore in sé e per sé perché gli interessa più che altro  capire se il suo animo ha tante sfaccettature come l'animo di un pittore pieno di  tante emozioni messe sulla tela attraverso i colori.
Ma egli non può essere neanche un  pittore perché non c'è che un colore nella "tavolozza della sua anima":probabilmente il grigio della malinconia. Nella penultima domanda egli si chiede se è un musico ma come nel caso del pittore si chiede in realtà se attraverso le note egli potrebbe riuscire a esprimere la sua anima. Ma, neanche in questo mestiere egli ritrova se stesso perché non c'è che una nota nella sua anima: " nostalgia". Allora chi è Palazzeschi?Egli infine decide di svelare a tutti ciò che sente di essere e per questo mette una lente di ingrandimento sul cuore, perché tutti possano guardare, possano capire che egli è un saltimbanco, un giocoliere che con il suo mestiere così allegro, con i suoi abiti colorati fa uscire la parte folle della sua anima e cela la malinconia e la nostalgia che solo un occhio attento può cogliere.

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