lunedì 22 dicembre 2014

 William Shakespeare  


Mi piacciono tantissimo questi tre sonetti di William Shakespeare non solo perché sono bellissimi ma perché mi piace anche come sono recitati.



"Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo
e più alto della regale maestà delle piramidi
che né la pioggia che corrode, né il vento impetuoso
potrà abbattere né l’interminabile corso degli anni e la fuga del tempo.
Non morirò del tutto, anzi una gran parte di me
eviterà la morte" (Orazio)

I versi del poeta latino Orazio anticipano nel tema i versi del diciottesimo sonetto di Shakespeare. La novità ,però, è che il poeta non vuole essere ricordato ma vuole ,invece, che venga ricordato il suo amato. Il suo amato" più mite di un giorno estivo" non verrà ,così, dimenticato e la morte "non potrà vantarsi del suo vagare nella sua ombra" perché la sua sarà una eterna giovanezza. E finché ci saranno occhi per vedere questi versi vivranno e lo manterranno in vita.




Nel secondo sonetto che propongo alla vostra attenzione si parla del destino. Alcuni uomini ,secondo Shakespeare, hanno un destino favorevole che rende ,a loro, più facile la conquista di magnifici titoli dei quali potersi vantare. Questi uomini sono i favoriti dei principi che ,per ottenere la benevolenza del loro sovrano, fanno di tutto e soddisfano ogni sua richiesta in modo arrendevole. Infatti essi non possono opporsi al volere del Re "come la calendula che schiude i suoi petali con i raggi del sole". Il poeta confronta il proprio destino con il loro e capisce che seppur non gode della loro stessa fama, il che un poco lo rattrista, gode almeno di ciò che gli piace fare(la poesia). Poi ,però, pensa al guerriero che, sconfitto una sola volta dopo mille vittorie, viene "cancellato dal libro dell'onore" e viene dimenticata anche ogni sua altra valorosa impresa. Pensando a questo infelice destino allora il poeta si sente felice, perché anche se ciò che gli piace fare non lo rende famoso, sa che amerà per sempre dedicarvisi e che sarà anche ricambiato per sempre dall'arte della poesia e non verrà dimenticato.



" Il mio occhio
si è fatto pittore
e ha fissato i tratti della tua bellezza
nel quadro del mio cuore ".

Sono versi stupendi, questi versi di Shakespeare. Sembra davvero che dipinga, il poeta. In realtà, sta solo osservando i lineamenti belli dell'amato e li sta custodendo nel suo cuore. E l'immagine che sta tracciando con estrema accuratezza dell'amato rimarrà sempre dentro di lui come un quadro nella sua cornice. Ma, come in ogni storia d'amore, non è solo l'amato a beneficiare dell'amore di Shakespeare ma è anche il poeta a beneficiare dell' amore che riceve. Infatti, come gli occhi di Shakespeare rendono omaggio all'amato "dipingendolo", gli occhi dell'amato fanno entrare nel cuore del poeta la luce e la gioia del sentimento d'amore. Infine, nonostante il poeta, con i propri occhi, abbia tracciato un'immagine perfetta dell'amato si rende conto che non gli ha reso pienamente giustizia, perché in questo quadro fatto solo con gli occhi non è riuscito a ritrarre la bellezza "in più", quella che solo Shakespeare può vedere in quanto è innamorato.

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