INTRODUZIONE :
"NON AMO LA PROSA COMUNE"
Ho pensato che in un blog come si deve ci devono essere delle rubriche interessanti. Inoltre non esistono solo poesie poco conosciute e poco trattate ma anche racconti brevi di scrittori famosi che non vengono a volte citati dai professori in classe, per mancanza di tempo o perché è necessario dare risalto ad opere maggiori ,per questo vi presento la rubrica NON AMO LA PROSA COMUNE, il primo racconto l'ho fatto raccontare a mia sorella Maria Vittoria che ci teneva molto: "IL COMPAGNO SEGRETO" di Joseph Conrad. La rubrica sarà mensile e siccome a ottobre non ho pubblicato nessun post di questa rubrica questo mese ne usciranno due ...Buona Lettura e Buon Natale
"IL COMPAGNO SEGRETO"
trama e commento
A un giovane(di cui non conosciamo il nome) viene affidato un compito di cui non crede di essere all'altezza: comandare una nave; essere capitano. Una notte, la sensazione di estraneità che prova verso la nave, gli ufficiali e il suo stesso ruolo di capitano lo spinge a sostituirsi agli ufficiali nei turni di guardia notturni.
Sono queste righe del breve capolavoro di Joseph Conrad che descrivono la "svolta" nella vita del giovane capitano: l'incontro inaspettato di un uomo aggrappato alla scaletta di corda della nave.
E' Leggatt, comandante in seconda della nave Sephora, costretto ad abbandonarla per aver ucciso un uomo in un momento di rabbia e per questo fuggiasco. Il capitano prova, tuttavia, un'istintiva fiducia nei confronti di Leggatt che lo spinge prima a soccorrerlo e, dopo aver ascoltato la sua storia, anche a nasconderlo per proteggerlo dagli altri e dalla giustizia. Mr. Leggatt dovrà quindi alloggiare nella cabina del giovane comandante per non essere scoperto. A questo punto il capitano e Mr. Leggatt iniziano a conoscersi e arrivano a identificarsi l'uno con l'altro: Leggatt diventa un po' "capitano" indossando il suo stesso pigiama e stazionando nella sua cabina, il comandante diventa un po' "colpevole" perché prende la decisione di aiutare ed essere complice di un fuggiasco omicida nascondendolo alla giustizia. Vivendo nella continua paura che gli ufficiali possano accorgersi della presenza di Leggatt nella nave, il capitano decide di aiutarlo a fuggire. Il giovane comandante mette ,tuttavia, a rischio la propria imbarcazione nel tentativo di passare il più vicino possibile alla costa di Koh-Ring(isola indonesiana) per far scappare,di notte, Leggatt. Leggatt riesce a fuggire ma la nave rischia di scontrarsi contro la roccia. Il capitano non sa che ordini dare quando scorge nel mare il cappello bianco che aveva regalato al suo amico fuggiasco, lasciatogli ora da quest'ultimo come segnale per riconoscere la rotta da seguire. Se all'inizio,quindi, il giovane capitano è intimorito e smarrito di fronte all'ampia distesa del mare, alla fine del viaggio, grazie all'aiuto del suo compagno segreto riesce a vincere la paura e l'insicurezza e a portare in salvo la nave. In questo lungo racconto il mare ha un forte valore simbolico. Il mare piatto, << senza sbavature, senza quell'animato luccichio che rivela l'invisibile tremore delle onde>> simboleggia l'inconscio inesplorato del protagonista che non conosce ancora la sua vera identità. All'inizio del racconto il giovane capitano è intimorito di fronte al mare anche se piatto perché non conosce fino in fondo se stesso:non conosce il suo inconscio(rappresentato da Leggatt).

Alla fine ,invece, grazie a Leggatt riesce a vedere quello che prima era <<l'invisibile tremore delle onde>>, a scoprire la parte più oscura della psiche e ad "essere se stesso". A questo punto è facile comprendere perché il giovane protagonista non ha nome: la sua vera identità non è quella di capitano. Egli infatti vede estraneo a se stesso il ruolo che deve ricoprire e tutto ciò che glielo ricorda:la nave e gli ufficiali stessi. Ed è per questo che Conrad vuole soffermarsi solo sugli stati d'animo del capitano e tralasciare invece quelli di Leggatt, perché quest'ultimo,nella mente dello scrittore, ha il solo scopo di mostrare al capitano la sua vera identità:oscura e misteriosa.
Del libro mi sono rimaste impresse le parole che il capitano rivolge al suo amico: "mi basta sapere che mi capite e ora ne sono certo. E' un gran sollievo sapere che c'è qualcuno che ci capisce. Sembra quasi che vi abbia incontrato esclusivamente per questo proposito". Spero che queste parole possano restare impresse anche a voi lettori e magari dedicarle a delle persone speciali.
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