venerdì 19 dicembre 2014

"La Regina" 

E' forse la poesia più bella che fino ad ora ho letto di Neruda:"Io ti ho nominato Regina". Il primo verso dà l'impressione di una vera e propria proclamazione ma se si presta una maggiore attenzione si capisce che non è un' investitura ufficiale e lo si comprende da quell'"Io" iniziale. In un' investitura ufficiale infatti si usa dire "Ti proclamo Regina". Quell'io è la chiave di tutta la poesia, la  svolta, la novità arriva all'inizio. L'"Io" difatti suggerisce un'altra cosa: la persona che sta proclamando questa Regina è comune, un Re non direbbe mai "Io", una parola tanto comune. Questa donna non è diventata Regina né per il fatto che possiede una rara bellezza, né perché è pura. Quando passa per le strade nessuno la riconosce, nessuno vede la corona di cristallo che indossa, nessuno vede il tappeto d'oro-rosso che calpesta quando passa. Non è come l'incantevole Beatrice di Dante che al suo passaggio migliora il mondo, per cui nessuno può fare a meno di notarla. La donna che ci viene presentata è comune, per tutti coloro che la incontrano è una delle tante che passa inosservata ma, per me, è una moderna donna-angelo perché anche lei migliora l'uomo, un singolo uomo: il suo amato. Beatrice infatti se ben ricordate elevava con i suoi movimenti aggraziati ogni uomo che si innamorava di lei. L'amore per gli stilnovisti era un sentimento che elevava socialmente l'uomo, lo nobilitava e inaugurava la nuova classe sociale: la borghesia. I borghesi erano i nuovi nobili "nobilitati" dal sentimento d'amore. Questa Regina non ha lo stesso ruolo sociale di Beatrice, ciò è dovuto anche al fatto che non è più necessario il ruolo sociale della donna, ma, come ci dimostra Neruda ciò non vuol dire che la figura femminile ha smesso di migliorare l'uomo. Lo migliora comunque seppur in modo più privato:infatti sono solo "i fiumi del corpo"dell'amato a beneficiare della sua Regina.

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